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Terzo anniversario del Trattato di messa a bando delle armi nucleari

Ricorre il 7 luglio 2020 il terzo anniversario del Trattato di messa al bando delle armi nucleari, adottato da una Conferenza delle Nazioni Unite il 7 luglio 2017 e aperto alla firma dal settembre dello stesso anno. L’approvazione arriva dopo un decennio di azione da parte di varie ONG e in particolare della Campagna Internazionale per l’abolizione delle armi nucleari (ICAN), insignita del Nobel per la pace nel 2017 per il suo lavoro nel focalizzare l’attenzione sulle catastrofiche conseguenze umanitarie derivanti dall’uso di qualsiasi arma nucleare e per lo sforzo nel perseguire l’adozione di un trattato che ne proibisca l’uso.

Questo è il primo strumento internazionale legalmente vincolante per la completa proibizione delle armi nucleari, rendendole illegali, e va inquadrato in una tendenza volta alla progressiva riduzione ed eliminazione delle armi nucleari verso un sistema di disarmo universale e controllabile. Il testo di Trattato adottato indica che la maggior parte degli Stati del mondo non accetta più l’esistenza delle armi nucleari, e non le considera un legittimo strumento bellico. Inoltre, il documento garantisce una specifica assistenza agli Stati ed agli individui colpiti dall’uso di armi nucleari o dalla sperimentazione atomica, sancisce la necessità di bonifica ambientale (articolo VI) e impegna gli Stati parti a farsi promotori del bando presso gli altri Paesi, in modo che il Trattato raggiunga l’universalità (articolo XII).

Ad oggi sono 80 gli stati firmatari e 35 gli Stati parte – tuttavia, per entrare in vigore è richiesta la ratifica di almeno 50 Stati.

Il governo italiano ancora non ha provveduto alla firma del TPNW e gran parte dell’opinione pubblica lo ignora come anche la presenza di decine di testate nucleari sul territorio che rappresentano una minaccia tutt’altro che astratta.

In questa ottica, soltanto la ratifica del Trattato è in grado di mettere l’Italia al riparo dai soprusi nucleari che mettono gravemente a repentaglio la sicurezza dei cittadini, rigettando consapevolmente la minaccia nucleare come tendenza ad imporsi nello scenario politico internazionale.

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