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Un traguardo importante per il movimento mondiale per il disarmo nucleare

Il Trattato per la proibizione delle armi nucleari, approvato dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 7 luglio 2017, ha raggiunto – con la ratifica dell’Honduras – la soglia delle 50 ratifiche necessarie per la sua entrata in vigore. Proprio in occasione della 75ª Giornata delle Nazioni Unite (che segna anche l’inizio della Settimana Internazionale per il Disarmo) è stato conseguito un risultato  di straordinaria importanza, soprattutto alla luce della aggressiva politica dell’Amministrazione Trump che nelle ultime settimane ha esercitato forti pressioni sugli Stati che avevano ratificato, sollecitando un ritiro della ratifica.

Il Trattato di Proibizione delle armi nucleari (TPNW) entrerà in vigore tra 90 giorni, il 22 gennaio 2021, sancendo  esplicitamente come illegali l’uso, lo sviluppo, i test, la produzione, la fabbricazione, l’acquisizione, il possesso, l’immagazzinamento, il trasferimento, la ricezione, la minaccia di usare, lo stazionamento, l’installazione o il dispiegamento di armi nucleari.

A 75 anni dai bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki ci sembra un risultato dovuto, frutto della determinazione di tutte e tutti coloro che non hanno lesinato impegno e tenacia per un mondo libero  dalle armi nucleari: prima di tutto le hibakusha e gli hibakusha, gli Stati che hanno avuto un ruolo di primo piano in questo sforzo, le Nazioni Unite e le loro agenzie, la Croce Rossa Internazionale e la Mezzaluna Rossa Internazionale, le organizzazioni internazionali, le ONG, tutto il movimento internazionale per il disarmo nucleare.

Anche l’Università di Pisa e il Cisp hanno fatto la loro parte per sensibilizzare la comunità accademica e la società civile: ricordiamo, in particolare, la grande manifestazione “Pisa non dimentica Hiroshima e Nagasaki” nel 2015, che coinvolse tutta la città, con le sue Università e Centri di Ricerca che organizzarono decine di conferenze e seminari poi confluiti nel volume “Per un mondo libero da armi nucleari”, a cura della Direttrice del Centro “Scienze per la Pace” Enza Pellecchia, edito dalla Pisa University Press e distribuito in centinaia di copie – per decisione del Rettore Paolo Mancarella – a tutti gli Atenei d’Italia e a biblioteche delle scuole del territorio. Ricordiamo, anche, la partecipazione dell’Università e del Cisp – in qualità di co-organizzatori – al Simposio Internazionale per il disarmo nucleare in Vaticano, svoltosi nel 2017 su impulso di Papa Francesco.

Alcuni hanno obiettato che il TPNW, non tenendo conto di prospettive di sicurezza “realistiche”, abbia approfondito il divario tra gli Stati dotati di armi nucleari e quelli che si trovano sotto “l’ombrello” di protezione nucleare, da un lato, e gli Stati non dotati di armi nucleari, dall’altro, con il rischio di mettere in crisi il Trattato di non proliferazione. Questo rischio, in verità, deriva dalla condizione di stallo pluridecennale nell’adempimento dell’obbligo degli Stati dotati di armi nucleari di raggiungere il disarmo nucleare stabilito nell’art. 6 del Trattato di non proliferazione delle armi nucleari (TNP). Il TPNW, lungi dal “sabotare” il TNP, rappresenta una misura concreta per attuare tale obbligo e, in generale, realizzare l’obiettivo ultimo del Trattato di non proliferazione, cioè il disarmo totale.

L’entrata in vigore del TPNW è un risultato importantissimo, ma l’impegno deve continuare, per fare in modo che sempre più Stati – inclusa l’Italia – sottoscrivano e ratifichino il Trattato, ascoltando la voce della stragrande maggioranza delle cittadine e dei cittadini d’Italia e del mondo.

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