Oggi, 26 giugno 2020, l’Assemblea Generale dell’ONU commemora il 75° anniversario della firma della Carta delle Nazioni Unite.
All’evento partecipano esponenti dell’ONU, degli Stati membri, di giovani, società civile e settore privato.
La Carta fondamentale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite fu firmata esattamente 75 anni fa a San Francisco. I fondatori dell’ONU uscivano dalla Seconda Guerra Mondiale, un’epoca segnata dal clamoroso fallimento della Società delle Nazioni: il precedente tentativo di un’organizzazione internazionale di prevenire i futuri conflitti e mantenere la pace e la sicurezza globali.
Quello che immaginavano era un futuro in cui i benefici della cooperazione tra Nazioni, basata sul diritto internazionale, sarebbero stati riconosciuti come superiori rispetto al pesante costo delle guerre.
Ad oggi, purtroppo, le persistenti e numerose guerre e violazioni di diritti umani, ci ricordano che siamo ancora molto lontani dalla solidarietà e dalla cooperazione internazionali auspicate in origine dalla Carta.
Di fronte all’attuale scenario internazionale di tensioni è legittimo pensare che l’Organizzazione delle Nazioni Unite si sia posta degli obiettivi ben al di sopra degli strumenti che le sono stati messi a disposizione.
Pur non riuscendo a garantire la pace, l’ONU ha comunque creato uno spazio in cui favorire il dialogo e la cooperazione internazionale e la stipulazione di trattati a tutela di minoranze e diritti.
Alla luce dei costi umani, economici e sociali che la pandemia da Covid-19 sta provocando a livello globale, è ora più che mai necessario riaffermare i valori, i principi e gli obiettivi enunciati nella Carta delle Nazioni Unite, per contrastare il continuo indebolimento dell’Onu e delle istituzioni internazionali.
Un obiettivo che dovrebbero porsi le Nazioni Unite ora è coordinare l’azione degli Stati membri per affrontare in modo efficace le sfide globali che si stagliano nell’orizzonte del divenire della società contemporanea.
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