Cosa succede alla frontiera orientale d’Europa, in particolare ai confini tra Bielorussia, Ucraina e Polonia? È questa la domanda intorno a cui si svilupperà giovedì 3 novembre 2022, dalle ore 17 alle ore 19, la tavola rotonda organizzata dal Centro Interdisciplinare “Scienze per la Pace” dell’Università di Pisa in riferimento alla Giornata nazionale per le vittime dell’immigrazione.
Da quando la Giornata è stata istituita, nel 2016, il CISP organizza alla Gipsoteca di Arte Antica in piazza San Paolo all’Orto un momento pubblico di riflessione sui dispositivi attuali di confine e su come questi incidano violentemente sulla vita (e sulla morte) delle persone che li sperimentano nel tentativo di raggiungere l’Europa. Anno dopo anno, il tema della tavola rotonda è stato individuato in modo da approfondire fenomeni migratori di stringente attualità o da mettere in luce frontiere dimenticate e poco conosciute, dove si consumano violazioni di diritti fondamentali e discriminazioni, ma dove si producono anche movimenti di resistenza e di solidarietà.
Il confine orientale dell’Unione Europea costituisce, da questo punto di vista, un caso emblematico. Da una parte, la regione è stata al centro dell’attenzione mediatica e politica soprattutto dalla fine di febbraio 2022 quando, a seguito dell’aggressione della Federazione russa all’Ucraina, milioni di persone in fuga dalla guerra si sono dirette soprattutto verso la Polonia e la Romania. Secondo gli ultimi dati dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), si registrano 7.710.924 profughi dall’Ucraina in tutta Europa (circa il 19% della popolazione ucraina), di cui 4.386.102 si sono registrati per la “protezione temporanea”, utilizzando l’apposita direttiva dell’Unione Europea applicata qui per la prima volta. Dall’altra parte, il confine polacco-bielorusso è stato al centro negli ultimi due anni di un numero crescente di movimenti (e respingimenti) di persone, provenienti da paesi come l’Iraq, la Siria, lo Yemen, l’Afghanistan, l’Egitto, il Pakistan, l’Eritrea: si tratta di una rotta migratoria alternativa a quella mediterranea, ma anche a quella balcanica, cui la Polonia e i paesi baltici hanno risposto con la costruzione di muri e barriere militarizzate.
Perché, per chiedere asilo in Europa, le persone provenienti da paesi extraeuropei continuano a mettere a repentaglio la propria vita nel raggiungere le frontiere esterne dell’Unione, col rischio di essere poi respinte o di ricevere un’accoglienza minimale, se non ostile? Come spiegare il trattamento differenziato dei diversi movimenti migratori da parte delle autorità polacche ed europee, emerso anche nei casi di discriminazione vissuti da persone non europee in fuga dall’Ucraina? Come sta funzionando la Direttiva europea per la protezione temporanea e in quali condizioni sono state accolte le persone fuggite dall’Ucraina per la guerra? E, infine, che tipo di accoglienza e assistenza socio-sanitaria viene fornito oggi a chi riesce ad attraversare la frontiera europea orientale, e qual è il ruolo delle organizzazioni della società civile?
Queste e altre domande verranno affrontate nel corso della tavola rotonda, che si svolgerà secondo il seguente programma.
Saluti e introduzione
Enza Pellecchia, Direttrice CISP e coordinatrice RUniPace
Sonia Paone, Presidente del Corso di Laurea in Scienze per la Pace
Federico Oliveri, ricercatore aggregato CISP
Le frontiere dell’asilo: ostacoli nell’accesso al territorio e alla protezione in Europa
Anna Brambilla, Associazione Studi Giuridici Immigrazione
Asilo e razzismo: viaggio ai confini bielorussi e ucraini
Giulia Breda, Université Côte d’Azur, Nizza
Guerra in Ucraina e prima applicazione della Direttiva europea sulla protezione temporanea
Marcello Di Filippo, Università di Pisa
Condizioni sociali e di salute delle persone in ingresso ai confini orientali d’Europa
Alessandro Verona, InterSOS
L’accesso è libero fino a esaurimento posti.
Per informazioni, inviare una email a Federico Oliveri (federico.oliveri@cisp.unipi.it)