Lunedì 30 marzo, dalle 16:15 alle 18:30, nell’ambito dei seminari dei corsi di laurea in Scienze per la Pace e del Centro Interdisciplinare Scienze per la Pace (CISP), si terrà il seminario:
TITOLO: Conflitto e Pace: malintesi e ‘terza via’.
RELATORE: Tiziano Telleschi.
DOVE: chi ha le credenziali di ateneo unipi può collegarsi all’aula virtuale tramite Microsoft Teams, il codice del team è 9063aiz, il nome del team è “Attività seminariali Pax”; gli esterni possono inviare una mail alla prof.ssa Sirsi: eleonora.sirsi@unipi.it.
ABSTRACT: i Peace Studies sono improntati a due paradigmi, noti come Pace positiva [PP] e Pace negativa [PN], intesi l’uno alternativo dell’altro. Pace Positiva ritiene che l’uomo e la società crescono se e in quanto si liberano dal conflitto perché lo considerano un male: idea di conflitto come patologia della relazione o disfunzione del sistema da ridurre, gestire, eliminare. Si richiama ad una concezione di pace originaria che è stata rotta da interessi contrastanti o da forze negative dominanti, tuttavia ripristinabile attraverso mezzi adeguati (empatia, altruismo, empowerment…riforme, partecipazione politica, nonviolenza, coop internazionale…); ovvero PP concepisce che la natura umana sia in partenza ‘buona’ ma poi deviata da fattori esterni (violenza, ingiustiza, potere, conflitti: il male), per cui suppone che una volta ridotti e ’risolti’ quei fattori, infine il bene (la pace) prevarrà [1° malinteso]: ipotesi congiunta che sia esistita una società originaria con un tasso di violenza letale più basso di quello delle società odierne. Vi è qui convergenza fra le teorie funzionaliste del conflitto e le filosofie spiritualiste della pace. Pace Negativa ritiene il conflitto sia il mezzo per raggiungere la pace: il conflitto deve svolgersi al fine di creare un nuovo ordine, migliore, a venire (ordine di coppia, sindacale, organizzativo, politico, religioso……). PN considera che la società, le relazioni interpersonali e la giustizia crescono in virtù dell’intensificarsi e finanche dello scoppiare del conflitto (arrivando a legittimare la guerra ‘giusta’): tesi di conflitto come un bene, e pace come relazioni e società future senza conflitti [2° malinteso].A questa tesi si ispirano in varia misura le teorie conflittualistiche ortodosse.In definitiva i due paradigmi, mentre sono pensati alternativi [3° malinteso], perseguono invece lo stesso obbiettivo, che è l’armonia – o auspicata come utopia necessaria, o ricomponibile perché rotta. Entrambi intendono conflitto e pace come fenomenologie separate [4° malinteso].Con Georg Simmel, nel 1908, e con Johan Galtung, poi, abbiamo una ‘Terza Via’: il conflitto è costitutivo dell’essere umano e della società (“è la scuola in cui l’Io si forma”: Simmel); è fisiologico e permanente, non si ‘risolve’ ripristinando una pace originaria né immaginando una pace come traguardo certo, bensì per la ‘Terza via’ la pace è uno stato di equilibrio sempre temporaneo che nasce dal divenire del conflitto stesso: il conflitto ha in sé il germe della Pace (Galtung:“usare l’energia generata dal conflitto per arrivare a soluzioni creative”), quindi occorre pensare insieme conflitto e pace. L’essere umano è retto da un dualismo originario formato, sì, da parti in competizione ma complementari e coessenziali (bene/male, aggressività/proattività, altruismo/egoismo, cooperazione/individualismo…) che stanno in una dialettica senza sintesi. Ciò significa: a – intervenire tanto con i mezzi della Pace Positiva che della Pace negativa; b – il divenire del conflitto ha molteplici svolgimenti (gestione, trasformazione, risoluzione, dominio, violenza, guerra) e porta a molteplici tipologie di Pace; c – fine più alto dell’intervento sul conflitto è trasformarlo in un agonismo solidale. Il Seminario intende: mostrare comunanze e filiazioni (nonché reciproche debolezze) tra il Transcend Method di Galtung e la Network conflict di Simmel; ridare spessore teorico a concetti divenuti quasi-slogan (Pace positiva, Pace negativa, conflitto, mediazione, risoluzione, intercultura); segnalare le conseguenze del primato del polo positivo sul negativo e viceversa; applicare la ‘Terza via’ a due ‘Case-studies’ (integrazione degli esclusi/scartati; post-conflitto in Colombia).