cherubino

Seminario: “Salute e lavoro nelle aree a rischio ambientale” -21/02/2022

Lunedì 21 febbraio, dalle 16:15 alle 18:00 nell’Aula B1 di Palazzo Carità via Paoli 15 e sulla piattaforma Microsoft Teams (Attività seminariali 877ZW) nell’ambito dei seminari dei corsi di laurea in Scienze per la Pace e del Centro Interdisciplinare Scienze per la Pace (CISP), si terrà il seminario:

 

 

Titolo: Salute e lavoro nelle aree a rischio ambientale

Relatore: Fabrizio Bianchi

Abstract: Ambiente, salute e occupazione rappresentano un trinomio del tutto particolare: sono uniti tra loro da tanti inscindibili legami ma sono, in larga misura, visti e affrontati separatamente. Ambiente, salute e occupazione sono beni universali e individuali, ma sono considerati merci dal modello capitalista che li considera disponibili a piacimento, come pedine dipendenti nel “gioco” della domanda e dell’offerta. Le relazioni dipendono da molti fattori, variabili secondo le caratteristiche geografiche, demografiche, sociali, economiche e culturali, ed è quindi difficile identificare un costrutto unitario. La prova empirica è riscontrabile nelle diversità di un’area industriale, esempio Taranto, rispetto a un’area urbana, esempio Milano, a un’area agricola della pianura padana. Dunque, la gerarchia cambia, secondo bisogni materiali, interessi, offerte e costrizioni, attraversando e dividendo comunità, famiglie e le stesse persone. Un concetto unitario su ambiente-salute-occupazione si è fatto strada e, ancorché ancora incompleto, suggerisce vie diverse e alternative a quella storicamente determinata dalla rivoluzione industriale a oggi: strade poggiate su sostenibilità ambientale ed etica sociale, nuovi strumenti non basati sulla linearità (economia circolare), partecipazione pubblica. In presenza di stress ambientali e impatti sulla salute, l’assenza di concettualizzazione unitaria produce guasti e non risolve problemi: danni ambientali, locali e globali, deterioramento del benessere, aumento delle disuguaglianze e, su scala temporale variabile, perdita di occupazione. Le aree di crisi ambientale, sanitaria e occupazionale sono “laboratori” a cielo aperto sulle relazioni e fratture, dove è più facile osservare le conseguenze dell’assegnazione del primato all’economia, spesso dannose e talvolta devastanti su ambiente, salute e occupazione. È importante osservare l’alta attenzione esistente su ciascuna delle tre tematiche, anche se non si vede e si ragiona sull’insieme. Su ambiente e salute sono stati fatti passi da gigante negli ultimi decenni, fornendo metodi, strumenti e risultati sui rischi ambientali per la salute e proposte per valutare scenari di sviluppo con impatti diversi. Il caso più avanzato è Taranto ma altre aree ad alto rischio sono state studiate a fondo, come quella di Priolo-Augusta, di Milazzo, e numerosi altri siti contaminati, inclusi e non inclusi nell’elenco dei Siti d’interesse nazionale per le bonifiche (SIN). Più difficile identificare i legami con l’occupazione “intrappolata” tra uno sviluppo industriale scarsamente ecocompatibile, vincoli ambientali e sanitari poco efficienti, un governo pubblico poco attento alle opportunità di crescita sostenibile e atteggiamenti dei cittadini diversificati secondo gli interessi in gioco. Quanto sopra accennato sarà trattato attraverso casi studio.

Fabrizio Bianchi è epidemiologo dell’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR, Pisa

Per i soggetti esterni all’Università è possibile partecipare in modalità virtuale inviando una mail alla Prof.ssa Eleonora Sirsi (eleonora.sirsi@unipi.it) o alla Prof.ssa Sonia Paone (sonia.paone@unipi.it)